Cecè La commedia, tratta da una novella scritta nel 1913, è stata rappresentata, dalla Compagnia di Armando Falconi, il 24 marzo 1920 al Teatro del Casinò di San Pellegrino. Non è fra le più note di Pirandello seppure offra un condensato di pirandellismo nel senso più positivo della parola.
A prima vista funziona come una beffa di tipo boccaccesco non priva di una certa misoginia. La sua comicità ha la vivacità e la leggerezza gioiosa del vaudeville. Eppure Cecè è parente dei grandi personaggi umoristicamente patetici delle maggiori opere pirandelliane. Annuncia l’ Angelo Moscarda di Uno, nessuno e centomila pubblicato nel 1925 e come lui deplora l’irraggiungibile unità dell’io, sfaccettato nelle tante immagini che gli altri si fanno di lui. Ma l’originalità maggiore della commedia è forse nella sua struttura a incastro di teatro nel teatro come nei grandi testi della Trilogia.
Cecè fa recitare a Squatriglia, come a una marionetta, una parte a soggetto che finisce coll’essere talmente convincente che Nadia, venuta per riscuotere tre cambiali, lasciatele in compenso dei suoi favori, si lascia illudere dalla finzione e si concede, gratuitamente questa volta, all’organizzatore della commedia.
Interpreti:
Cecè Philippe Topalovic
Squatriglia Laurent Terrazzoni
Nadia Monica Tosi-Roger