Eventi speciali

Uniti nell'arte - Esposizione di Katia Gori e Annalisa Iuri

 

Segue:

 "Cecè"  commedia in un atto di L. Pirandello    Regia di Jean Spizzo

 
Sede: 
Sala Michelangelo - Consolato Generale d'Italia a Nizza
Data: 
26/05/2011
Orario: 
ore 18

KATIA GORI

Pittrice di chiara tendenza moderna, si è inserita facilmente nell’ambito dell’arte contemporanea ed ha ottenuto riconoscimenti di rilievo in oltre 200 manifestazioni d’arte, di carattere nazionale e internazionale. Nel 2010, in occasione del gemellaggio tra le regioni terremotate Friuli e Abruzzo, una sua opera divisa in quattro pezzi, è stata consegnata alle rispettive autorità dei comuni di Udine e Aquila. La sua pittura è caratterizzata dagli impasti materici che cambiano continuamente modalità: ora appaiono stesi in larghe spatolate, ora sono segnati ad intervalli, incisi, macerati, scomposti. L’effetto è ispido e insieme morbido. Ne escono strani, enigmatici paesaggi che la mente cerca di tradurre. La pittura così espressa scopre nessi nuovi, orizzonti meravigliosi, diventa il veicolo di un viaggio verso mondi nuovi, dove basta un viraggio di colore sulla materia densa per farci vedere ciò che non riusciamo a vedere. Ma che dico? Più che vedere stravedere, cioe « vedere al di là » .

  ANNALISA IURI

Nelle sue opere sono presenti le sue quanto mai sofferte “meditazioni”sulla realtà e sul contesto sociale, che lei non ama esplorare soltanto, ma affrontare e indagare a fondo per trarne risultanze certe per auspicabili traguardi di convivenza. Distonie e lacerazioni nella realtà hanno trasformato l’uomo. Non più “artifex e faber” depredandolo della sua anima e del suo essere più autentico, reso diverso e disperso (per non dire disperato) in una società che va degenerando. Da qui muove e trae alimento il suo andar contro corrente al fine di un equilibrato ridimensionamento di equilibri, e una saggia composizione delle più diverse problematiche, al fine di una convivenza più civile e degna di questo nome. Una interiore esigente necessità di vita migliore, convinta del compromesso sociale, dello « stare con gli altri » senza conflitti che dilaniano l’esistenza. Temi proposti sulla tela con forte valenza cromatica dove il colore « vive » con la sua forza ben precisa e rende ancor più evidenti le vibrazioni interiori dell’autrice: l’Arte può migliorare il mondo.

 Cecè

 La commedia, tratta da una novella scritta nel 1913, è stata rappresentata, dalla Compagnia di Armando Falconi, il 24 marzo 1920 al Teatro del Casinò di San Pellegrino. Non è fra le più note di Pirandello seppure offra un condensato di pirandellismo nel senso più positivo della parola.

A prima vista funziona come una beffa di tipo boccaccesco non priva di una certa misoginia. La sua comicità ha la vivacità e la leggerezza gioiosa del vaudeville. Eppure Cecè è parente dei grandi personaggi umoristicamente patetici delle maggiori opere pirandelliane. Annuncia l’ Angelo Moscarda di Uno, nessuno e centomila pubblicato nel 1925 e come lui deplora l’irraggiungibile unità dell’io, sfaccettato nelle tante immagini che gli altri si fanno di lui. Ma l’originalità maggiore della commedia è forse nella sua struttura a incastro di teatro nel teatro come nei grandi testi della Trilogia.

Cecè fa recitare a Squatriglia, come a una marionetta, una parte a soggetto che finisce coll’essere talmente convincente che Nadia, venuta per riscuotere tre cambiali, lasciatele in compenso dei suoi favori, si lascia illudere dalla finzione e si concede, gratuitamente questa volta, all’organizzatore della commedia.

 

Interpreti:

Cecè              Philippe  Topalovic

Squatriglia    Laurent Terrazzoni

Nadia            Monica  Tosi-Roger

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